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Storia

Monteleone Rocca Doria è un paese che vanta origini antichissime; ne è testimonianza l'elevato numero di nuraghi ubicati nella zona e il ritrovamento di monete, di stoviglie e cisterne scavate nella roccia calcarea che testimoniano l'insediamento di diverse civiltà (romana, cartaginese etc.).

La regione nella quale Monteleone è situato era un tempo denominata ''NURCARA'' e si estendeva per tutte le valli e i monti dell'alto e medio corso del fiume Temo.

Conobbe il massimo splendore nel periodo feudale con l'insediamento dei Doria. Proprio in tale periodo fu edificato il castello, dal quale dominò per circa 3 secoli il vasto territorio, invadendo sovente quelli limitrofi di Sassari, Alghero e Bosa. Proprio la reazione a queste scorribande diede origine ad un assedio durato due anni da parte degli eserciti di quelle città e nel 1436 la roccaforte capitolò per fame. L'odio era tanto che i Sassaresi imposero la pena di morte per coloro che in qualsiasi modo ne avessero tentato la ricostruzione. Un secolo dopo (anno 1536) Carlo V diede il permesso di ricostruzione.

Numerosi furono i Doria famosi; fra questi si annoverano: Branca Doria, reso tristemente famoso da Dante (venne cacciato vivo nell'inferno) per aver ucciso il suocero Michele Zanche, signore di Logudoro); Brancaleone Doria, marito di Eleonora d'Arborea; Nicoloso Doria l'irriducibile nemico dei sassaresi, confinato a Castelgenovese chiamata in seguito Castelsardo.

Oggi, su questo piccolo colle, raccolto intorno alla sopravvissuta cappella dei Doria, sorge il paese, in una cornice di vie che ricordano le memorie del tempo (Via Doria, Via Castello, Via Orti) dove vive una comunità pacifica e laboriosa dedita prevalentemente alla pastorizia e all'agricoltura.

Monteleone, per la sua particolarità orografica, che la rendeva una fortezza naturale, aveva tutti i crismi per essere luogo favorito di insediamenti umani fin dall'antichità più remota, anche per la presenza di fontane proprio sotto il ciglione roccioso.

Non è inverosimile che vi fosse un nuraghe nella sommità del monte. Per quanto non ne rimanga traccia, le rovine possono essere state inglobate in costruzioni successive, dato che la zona è ricca di nuraghi e lo era ancor più in tempi remoti.

Molti studiosi non escludono che il nome del monte in origine fu quello di ''SU MONTE DE NURCAR''.

Anche se l'altezza del monte 421 m. non è così rilevante rispetto ai rilievi che gli stanno attorno (Monte Minerva, Su Canniggiosu, Monte Deu, Monte Mitti, ecc.) la sua naturale difesa costituita dalla grande ansa del Temo (che ne abbraccia per 3/4 la base) e le rocce a picco che rendono la cima inaccessibile quasi da ogni parte, fecero giustamente ritenere quel luogo un sicuro rifugio per quelle popolazioni.

La zona archeologica è vasta ed interessante anche se non sono stati realizzati i necessari lavori per valorizzarla. Tra i siti più significativi emergono. Nuraghe Funtana Calvia; Nuraghe Su Nie; Nuraghe Mannu; Nuraghe Badde Janna. Il Centro di Sa Tanca 'e Sa Mura che, attualmente sommerso dalle acque del bacino dell'alto Temo, dalle quali emerge nei periodi di secca, rappresenta l'unico impianto punico abitato rinvenuto nel nord Sardegna e uno dei pochissimi in tutto il Mediterraneo.

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